Iniziazione Cristiana degli Adulti e Catecumenato

Un pomeriggio piovoso ha fatto da scenario all’ultimo incontro di formazione dei catechisti in calendario per quest’anno; certamente la pioggia avrà frenato il desiderio di chi voleva raggiungerci, ma non ha intaccato l’entusiasmo di chi vi ha partecipato.
Don Jourdan Pinheiro, responsabile del settore catecumenato dell’Ufficio catechistico nazionale, con garbo e chiarezza, ci ha introdotti al tema dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti ed al Catecumenato.
Preludio alla relazione è stata la lettura della testimonianza di una neofita, che alleghiamo integralmente.
Nelle comunità cristiane, accanto ai battezzati che partecipano regolarmente alla vita della parrocchia, aumenta il numero di coloro che si trovano in situazioni nuove: ci sono quelli non battezzati; stranieri inseriti nella cultura italiana; cristiani battezzati in altre comunità; genitori non battezzati o battezzati altrove che chiedono i sacramenti per i figli; accanto agli indifferenti e a chi, pieno di dubbi e di risentimento, si sente escluso «a priori». Queste persone ci vivono accanto nell’anonimato, quasi non hanno volto: non conosciamo la loro vita, le loro esperienze, magari hanno desiderio di far parte pienamente della comunità, ma temono di esporsi per non essere giudicati, di non essere capiti, né aiutati.
Situazioni nuove esigono scelte coraggiose e risposte adeguate: occorre mettersi in ascolto e dare volto alle persone, in tutti c’è la “nostalgia di Dio”, perché Dio arriva per primo e ci chiama a seguirlo.
A volte le richieste che esulano dall’ordinario infastidiscono, di certo occorre accogliere queste situazioni non come un “problema” ma come “un’occasione di grazia, un dono”.
«Egli [Gesù Cristo] sempre può, con la sua novità, rinnovare la nostra vita e la nostra comunità … la proposta cristia­na non invecchia mai … Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza ori­ginale del Vangelo spuntano nuove strade, meto­di creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significa­to per il mondo attuale. In realtà, ogni autentica azione evangelizzatrice è sempre “nuova”» (EG 11).
Dobbiamo lasciarci disturbare, come singolo e come comunità cristiana perché, «In una società secolarizzata, i catecumeni adulti sono un segno di speranza significativo che dice come la chiamata del Signore continui a coinvolgere uomini e donne che si lasciano attirare dalla buona notizia e dalla bellezza della vita cristiana» (IG 51).
Chi accoglie e accompagna partecipa all’incontro con Gesù di chi riceve l’annuncio e matura nella fede. Il «desiderio di approfondire la fede iniziale» esige un cammino di conversione nella comunità ecclesiale: «La Chiesa si mostra madre proprio in quanto genera alla vita di Dio e alla fede cristiana» (IG 47).
L’adesione alla fede cristiana è ogni giorno di più il frutto di una libera scelta personale, così aumentano le richiesta del battesimo da parte di persone adulte. È importante che sia i parroci che i catechisti siano preparati ad accogliere ed accompagnare nel cammino del catecumenato quanti bussano alla loro porta.
Avviare e sostenere il catecumenato nella diocesi e nelle parrocchie non è un’operazione di natura organizzativa: è servizio al vangelo e ultimamente è servizio al cuore stesso dell’uomo in cerca di Dio. È servizio alla fede!
 
 La testimonianza di Lucia, 38 anni, italiana, libera professionista, neofita
 
«Ancora mi ricordo con quanta trepidazione mi sono avvicinata per la prima volta al parroco per dirgli il mio desiderio di diventare cristiana. Essendo mamma di una bambina che partecipa agli incontri di catechesi parrocchiale e sempre presente, insieme a lei e a volte con mio marito, alla messa domenicale, lui mi ha guardato emozionato e un po’ imbarazzato dicendomi di aver dato per scontato che io fossi già battezzata. Come lui, ero convinta che tutti coloro che incontravo dessero per scontato che fossi una persona di fede e cristiana. Infatti, sono figlia di una coppia di cattolici che hanno deciso di non battezzarmi da piccola perché decidessi io di farlo o meno da grande. Ho aperto il mio cuore e condiviso quante volte avevo pensato di compiere questo passo, ma sempre mi fermava la grande paura di non sapere come sarebbe andata: sarei stata capita, accolta, aiutata? … o semplicemente giudicata e abbandonata a me stessa, con le mie domande e i miei dubbi? Ma il desiderio di incontrare Gesù in pienezza nella mia vita, essere sua discepola e parte della comunità, cresceva sempre di più. Confesso di essere rimasta stupita dalla disponibilità e dedizione con cui, oltre il parroco, alcune persone si sono messe accanto a me per intraprendere un cammino che, pian piano, è diventato sempre più luminoso e coinvolgente. Il tempo passava così veloce e le esperienze e scoperte fatte nel frattempo mi aiutavano a scoprire sempre di più il volto di un Dio che mi amava ed era stato sempre accanto a me. Sono stata accompagnata con cura e grande rispetto fino alla celebrazione dei sacramenti e con delicatezza aiutata a decidere come vivere la mia fede nella comunità. La paura è stata sostituita dalla gioia di vivere l’incontro con Gesù insieme a coloro che oggi chiamo con tutto il cuore fratelli e sorelle!».