Nel pomeriggio di venerdì 9 giugno si è svolto il terzo appuntamento di incontro e formazione per i catechisti della nostra diocesi: «Io vivo e voi vivrete». Alla scoperta dell’identità battesimale.
In compagnia del nostro vescovo e grazie alla dottoressa Caterina Bruno, siamo entrati nell’esperienza battesimale attraverso la visita del Battistero paleo-cristiano di Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore e la sua comunità. Il Battistero di epoca bizantina è il secondo più grande d’Italia dopo quello in Laterano. L’interno, a pianta circolare, con colonne e arabeschi, ha al centro la grande vasca battesimale ipogea (7,20 m di diametro) circolare all’interno ed ottogonale all’esterno simbolo dell’incontro tra l’eternità di Dio e il tempo nuovo che può vivere l’umano in Cristo. Il fondo della vasca verosimilmente mosaico in origine, portava al suo centro il monogramma di Cristo, simbolo che la vita di ogni battezzato «non può scendere, per quanto possiamo inabissarci, più in basso della mano di Dio».
Il battesimo nell’antichità era un rito riservato agli adulti, dopo un lungo periodo di preparazione. Il catecumeno, così era chiamato l’aspirante Cristiano, si immergeva totalmente nella vasca, la notte di Pasqua, e all’uscita veniva rivestito di bianco, all’uscita dal fonte aveva innanzi a sé, e sono ancora presenti gli affreschi di due cappelline in cui tra gli affreschi c’è il Cristo che con un cartiglio parla al battezzato dicendogli: “Io sono la via”.
Gli affreschi sono tuttora visibili e da essi la dottoressa Bruno ci ha guidati in un percorso catechistico davvero coinvolgente.
Nell’entrare nel luogo percepivi fisicamente una sensazione di frescura, freschezza che ogni battezzato, vivendo la comunione, dovrebbe rimandare alle persone con cui si relaziona, prima ancora che veicolare contenuti!
L’accoglienza riservataci da don Fabio, il parroco, e alcuni di quella comunità è stata molto calorosa!
Alla fine di questi tre appuntamenti e in maniera specifica di quest’ultimo il Signore ci ha ricordato che i doni di grazia e di amore che condivide con attraverso Gesù non servono a chiuderci bensì ad uscire per condividerli, perché la migliore custodia del bene ricevuto è narrarlo e viverlo con gli altri!
di Maria Esposito