Nei giorni scorsi, ad Assisi, a cura dell’Ufficio Catechistico Nazionale (UCN), si è tenuto il Convegno dedicato ai Direttori ed alle équipes degli uffici catechistici diocesani, su un tema di urgente attualità: “La comunità cristiana: grembo che genera alla fede?”. Ad esso ne ha fatto seguito un altro, sullo stesso interrogativo, con particolare riferimento al tema dell’inclusione delle persone diversamente abili. Avendo partecipato a tale iniziativa con Don Salvatore Abagnale (Direttore UCD), con la seguente breve nota, più che soffermarmi sui contenuti, per i quali rinvio al sito dell’UCN, evitando mortificanti semplificazioni ed approssimazioni, preferisco avanzare alcuni rilievi sul senso e sul clima generale sperimentato in quei giorni. La partecipazione è stata ampia, infatti, erano rappresentate tutte le regioni e tantissime diocesi; si è avuta la sensazione di una Chiesa italiana tutta in ricerca, davvero desiderosa di interrogarsi, dialogare, comprendere come essere grembo capace di generare alla fede, ponendosi in ascolto della Parola e dei fratelli.
Stimolati dai diversi interventi e testimonianze offerte durante il convegno, la riflessione è stata orientata, in particolare modo, su come rifuggire dalla sterilità, sul rapporto tra iniziazione cristiana e catechesi, sulla liturgia, sull’importanza di diventare comunità desiderose di accogliere ed includere, sulla necessità di una mistica capace di riconoscere il valore della corporeità. A proposito dell’iniziazione alla vita di fede, è stato osservato che ci sono diversi modelli, ma ogni realtà ecclesiale deve anche saper costruire il suo percorso perché ricette pronte non ce ne sono. Così, per quanto riguarda la catechesi, è stato ribadito che non le si può chiedere ciò che non le compete e che, dopo certi errori d’impostazione, perpetrati nei decenni scorsi, siamo giunti a quanto già era stato detto nel Documento base Il rinnovamento della catechesi (1970) riproponendo concretamente la questione che bisogna partire dalla centralità della comunità ecclesiale. Molto interessante è stata anche la riunione che abbiamo avuto come rappresentanti della Regione ecclesiale della Campania: ci siamo confrontati sulle diverse esperienze diocesane e scambiato informazioni e suggerimenti, in particolare modo a partire dal documento “Cristiani per scelta”. Anche in tale contesto, insieme alle difficoltà e ai ritardi, sono emerse sintonie significative e, soprattutto il desiderio di darsi da fare, spendendosi per l’annuncio del Vangelo, consapevoli che è solo il Signore che ci può fare uscire dalla sterilità, rendendoci comunità feconde. Alla luce dei tanti contenuti ascoltati nei giorni del convegno nazionale, ma soprattutto del racconto delle diverse esperienze pastorali, con Don Salvatore abbiamo avuto modo di considerare che come Chiesa Diocesana, anche noi siamo in questo stesso cammino di ricerca. A tale riguardo, mi vengono in mente le parole che Mons. Alfano ripete di tanto in tanto e che avverto come monito e incoraggiamento: “Il Signore ci sta indicando la strada”.
di Gianfranco CAVALLARO